Li definiscono “riutilizzabili”, ma agli occhi di un consumatore non attento questi piatti, bicchieri e posate in plastica sono esattamente come quelli “usa e getta”.

E se le leggi in vigore puntavano a combattere lo strapotere dell’usa e getta in plastica – la cui dispersione nell’ambiente può causare gravi danni anche alla biodiversità – l’uso del termine “riutilizzabile” sta di fatto incentivando il loro utilizzo.
Il concetto di riutilizzabile indicato dalla direttiva SUP (Single Use Plastic) in assenza di indicazioni normative chiare e precise, si sta trasformando in un boomerang.
I vecchi prodotti usa e getta in plastica di una volta, messi alla porta dalla direttiva, sono rientrati dalla finestra attraverso una semplice modifica del nome del prodotto, che è diventato di fatto da “usa e getta” a un “usa e getta riutilizzabile”, ma che nella sostanza e nella evidente disinformazione che ne è seguita, è un raggiro della normativa che sta portando ad un ritorno sul mercato di importanti quantità di plastica.
Ma perché le stoviglie in plastica monouso sono sparite dalla circolazione?
Il 14 gennaio 2022 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 196 dell’8 novembre 2021 che recepisce la direttiva Europea 2019/904 (cosiddetta Direttiva SUP, Single Use Plastic) che prevede misure per la “riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente”. Tra le azioni contemplate dalla norma c’è anche il divieto di produzione e immissione sul mercato e l’obbligo di riduzione e marcatura di alcuni oggetti in plastica monouso di uso comune, tra i quali per l’appunto piatti, bicchieri e posate.
Com’è possibile allora vederli in commercio sui banchi dei supermercati?
La Direttiva prevede che questi prodotti possano essere sostituiti da alternative “riutilizzabili”. Ma cosa si intenda per “riutilizzabile” non è stato chiarito, e questo vuoto ha determinato un “uso” ampio, e spesso ingannevole del concetto di riutilizzabile. Col forte dubbio che, nella realtà, facciano la stessa fine dei vecchi prodotti usa e getta e che i cittadini che li riutilizzano realmente siano veramente pochi.