Animali selvatici costretti a vivere in gabbie e in condizioni estreme, causa di comportamenti autolesionisti e malattie, destinati alle camere a gas, prima di essere scuoiati per soddisfare esigenze preistoriche nella moda del terzo millennio.
Atrocità che calpestano l’esistenza e il benessere degli animali, con pericolosissime implicazioni su salute, ambiente e minacce legate alle pandemie. Il caso della Danimarca, con la soppressione di 17 milioni di esemplari, ha acceso i riflettori sugli allevamenti di visoni come focolai del virus SARS-CoV-2.
In diversi Paesi europei è già vietato qualsiasi tipo di allevamento ai fini della produzione di pellicce. In Italia ci sono ancora 8 allevamenti di visoni che detengono e uccidono ogni anno circa 60.000 animali e ulteriori 4 allevamenti che, benché attivi, sono senza animali.
La recente sospensione delle attività fino a febbraio 2021 da parte del Ministro della Salute negli allevamenti di visoni in Italia è l’occasione per non ricadere più nello stesso errore. Occorre chiuderli immediatamente e definitivamente. E nel contempo offrire tutele alle poche decine di lavoratori del settore e, soprattutto, mettere finalmente i cittadini nelle condizioni di poter consapevolmente incidere, grazie a chiare indicazioni sull’etichetta, sulla transizione del settore verso la maggiore sostenibilità, fino alla completa libertà degli animali.
COSA CHIEDIAMO
Le nostre richieste al Presidente del Consiglio, al Ministro della Salute e al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali